Le malattie che rischiamo ogni giorno a causa dell’inquinamento dell’aria sono 10 ed alcune talmente gravi da farci rischiare la vita. Sono malattie cardiovascolari, malattie respiratorie e tumorali.
Le porta l’aria inquinata dal traffico, dal riscaldamento e dalle stufe che liberano polveri sottili micidiali che ogni anno uccidono 30 mila persone e accorciano la vita ad altre 84 mila persone. I dati sono allarmanti: un terzo degli italiani vive ogni giorno in città dove l’aria che si respira, nonostante il sole, il cielo azzurro, la temperatura frizzante, è micidiale.
Ce ne accorgiamo quando il tempo è bello e la pioggia manca da molto tempo e perché sindaci e protezione civile ci obbligano alle targhe alterne nell’uso delle macchine o impongono addirittura il blocco del traffico.
Ma il problema è presente da decenni, e dal 2005 è attentamente monitorato dalle autorità sanitarie ed ambientali perchè ci si è accorti che di inquinamento si muore sempre di più.
Ecco allora tutto quello che c’è da sapere sulle malattie che rischiamo a causa dell’aria inquinata, quali sono le sostanze incriminate, quali organi danneggiano e quanto fanno male alla salute, quanto si muore e cosa fare per evitare il peggio. Perché qualcosa possiamo fare per non morire di smog. Basta sapere cosa e cominciare a comportarci di conseguenza.
Cosa sono le polveri sottili
Le polveri colpevoli sono 3: il Pm 2,5 o particolato, il NO2 o biossido d’azoto, l’O3 o ozono.
“Il Pm 2,5 o particolato – spiega Angelo Bigi, ricercatore dell’Università di Modena ed esperto di inquinamento – sono polveri composte da particelle liquide e solide con un diametro inferiore a 10 micrometri, cioè millesimi di millimetri. Sono il residuo dei processi di combustione e dell’invecchiamento dei gasi inquinanti che si trasformano in particelle e, quando non piove o non tira vento, restano intrappolate nell’atmosfera a 300-400 metri d’altezza dal suolo impregnando l’aria che respiriamo.
Come si producono le polveri sottili
La produzione di queste sostanze inquinanti avviene per combustione. Le genera il carburante bruciato nel traffico automobilistico le cui emissioni dai tubi di scappamento non vengono degradate dalla pioggia o sollevate dal vento. Le genera anche il riscaldamento domestico, generalmente prodotto da combustione di gas metano da gasolio; ma soprattutto nel campo del riscaldamento le genera la combustione della legna o delle stufe a pellets.
Non tutte le città d’Italia soffrono allo stesso modo l’aria inquinata ma secondo loelaborato dal Ministero della Salute emerge che il 29% della popolazione italiana vive in luoghi dove la concentrazione degli inquinanti è costantemente sopra la soglia di legge ma anche che vi sono considerevoli disuguaglianze degli effetti sanitari sul territorio italiano. Come atteso, l’inquinamento colpisce maggiormente il Nord (per il 65% del totale), in generale le aree urbane congestionate dal traffico e le aree industriali.
I danni per la salute
I danni alla salute sono evidenti documentati sia dallo studio Viias, che dall’Unione europea e soprattutto dall’Organizzazione mondiale di sanità.
Derivano dal fatto che queste micro polveri sono talmente piccole che superano la normale barriera di protezione del nostro sistema respiratorio ed entrano nei polmoni ed addirittura nel sangue.
Il meccanismo è il seguente: le sostanze tossiche si depositano come fossero un talco e causano infiammazioni che hanno un effetto a cascata. Secondo Sergio Harari direttore dell’Unità di pneumologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, quando respiriamo queste polveri non vengono trattenute dalle normali difese respiratorie, entrano nei polmoni e lì dove avviene lo scambio di ossigeno con il sangue, anziché mandare in circolo nel corpo sangue ossigenato mandano sangue contenente queste polveri con un effetto domino negativo che si irradia in tutto il corpo.
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Le 10 malattie che rischiamo di più per l’inquinamento dell’aria
Tutto questo si traduce in un forte aumento di malattie di 3 tipi: malattie respiratorie, malattie cardiovascolari e malattie tumorali.
Ecco, secondo quanto riferito nello studio del Ministero della Salute le malattie che hanno registrato forti aumenti come conseguenza dell’inquinamento dell’aria.
- infarto
- ictus
- trombosi
- aritmie
- scompenso cardiaco
- Asma
- bronchiti acute e croniche
- polmonite
- virus influenzali
La gravità del rischio è documentata dall’analisi delle morti accertate e causate. I dati del Ministero della Salute indicano che l’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno in Italia di circa 30 mila decessi solo per il particolato fine (PM 2.5), pari al 7% di tutte le morti (esclusi gli incidenti). In termini di mesi di vita persi, questo significa che l’inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di 10 mesi; 14 per chi vive al Nord, 6,6 per gli abitanti del Centro e 5,7 al Sud e isole. Gli effetti sono maggiori al Nord e il solo rispetto dei limiti di legge salverebbe 11.000 vite all’anno.
Ma non ci sono solo le morti causate dall’inquinamento, ci sono anche quelle che derivano da altre cause ma che l’inquinamento accelera accorciando la vita chi già sta male. I dati sono dell’Agenzia Europea dell’ambiente e sono ancora più agghiaccianti perché documentano in Italia 84 mila morti premature.
I dati Viias forniscono il dettaglio: solo a causa del particolato ( Pm 2,5) la vita si è accorciata nell’ultimo anno di 9,7 mesi come media di una perdita di vita di 14 mesi al Nord, di 6,6 mesi al Centro, di 5,7 mesi al sud e di 17 mesi nelle grandi città dove, evidentemente, la concentrazione dei gas di scarico da traffico e riscaldamento genera una situazione insostenibile.
Francesco Forastiere, epidemiologo che ha partecipato allo studio Viias del Ministero della Salute va ancora più in dettaglio ed aggiunge che i mesi di vita perduti a Roma per esempio sono 12 ma soltanto 6 a Viterbo. In Val Padana invece non c’è grande differenza tra Milano e Monza in tutti e 2 i casi i mesi di vita sottratti sono 14.
Aria inquinata: come si salva la vita
Che fare dunque? Le armi di difesa sono 2: la prevenzione e la limitazione del danno. L’Agenzia europea ha stilato un set di regole che possono servire:
- No jogging: occorre evitare l’esposizione acuta all’raia cioè non bisogna fare attività fisica all’aperto nelle zone , come le città trafficate, dove più alta è la concentrazione di polveri sottoli. Lo sforzo fisico infatti fa respirare di più dilata i bronchi che assorbono più sostanze inquinanti;
- Ventilare gli ambienti – l’inquinamento interno nelle case non è meno intenso di quello esterno. Nelle case occorre ventilare gli ambienti, se possibile attivare apparecchi di depurazione/ ossigenazione dell’aria;
- Mascherine : muoversi con le mascherine davanti alla occa ed al naso non risolve, ma un minimo di protezione lo svolgono soprattutto e a trama stretta. Acquista – Shop.staibene.it
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- No camini accesi – evitare di accendere i camini a legna che produdono molto particolato. Stessa raccomandazione per le stufe a pellets che per altro sono generalmente in funzione per più tempo.
- Passeggini dei bambini – evitare di far circolare i bambini nei passeggini nel traffico o su passeggini che abbiamo la seduta a livello inferiore ai rtubi di scappamento delle auto;
- NO sigarette – fumare quando l’aria è inquinata amplifica ancora di più l’assorbimento degli inquinanti;
- No auto : rinunciare all’auto e preferire i mezzi pubblici.
- Ridurre il riscaldamento domestico di 1 grado.
Come si vede dipende anche da noi.